domenica 25 settembre 2011

Ricerca su PubMed: i TIC nervosi

Ho scelto come argomento di questa ricerca affrontata su PubMed i possibili trattamenti, non solo farmacologici ma anche sociali, oppurtuni per un paziente affetto da tic nervosi. E’ un tema che mi è particolarmente caro perché un caro amico è affetto da questa patologia, ancora al giorno d’oggi poco classificata e di cui si ignorano quasi del tutto le cause. Oltre alla sindrome di Tourette, che si presenta solo in rari casi ed una patologia complessa, tutte le altre manifestazioni vanno sotto il nome di tic senza con questo andare a distinguere i diversi casi clinici, le diverse intensità di manifestazione, i possibili diversi centri nervosi implicati. Ben poco si conosce infatti di questa vasta gamma di malattie dove sembrano implicati i nuclei della base telencefalica: si presume che questi soggetti riportino un malfunzionamento della “via indiretta” tra lo striato, il nucleo subtalamico e il globus pallidus con conseguente mancanza di inibizione di tutti quei progetti motori non finalizzati (altre malattie che si presentano con una ipercinesia come la corea di huntington o l’emiballismo si caratterizzano per danni a questa via).

Tramite il Proxy dell’università ho trovato su PubMed un interessante ed esaustivo brano, di cui copio il link della pagina PubMed http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17178353 la cui lettura mi ha molto affascinato ed un altro brano sulla sindrome di Tourette http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19913657. Riguardo PubMed penso che sia una risorsa straordinariamente efficace per chiunque voglia far ricerca od informarsi su un tema biomedico, ma non senza pecche: come discusso nell’assignment sull’open access molte voci sono inaccessibili (senza il proxy dell’università non avrei potuto leggere questi due testi) per via di una legge sul copyright vergognosa e che va gravemente a limitare lo sviluppo umano e il progresso della scienza; oltre a questo il metodo di ricerca non è per niente semplice, soprattutto bisogna avere un campo di ricerca davvero ristretto e mirato per avere una quantità di fonti ristretta e utilizzabile.

Andando a vedere nel dettaglio questi articoli per prima cosa copio una definizione di tic ricavata dal primo testo “(…) tics, which are defined as sudden rapid repetitive non rhythmic stereotyped movements or sounds. Tics are fragments of normal movements or sounds but are inappropriate for the situation or context. They are most easily differentiated from other movement disorders by the patient’s ability to voluntarily inhibit them. Tics therefore are suppressible but irresistible.”.

Entrambi i testi che ho linkato sopra sono attenti al punto di vista sociale di questa patologia che colpisce in prevalenza bambini e che anche qualora i tic sparissero con l’avanzare dell’età (secondo un recente studio citato nel primo testo l’85% dei soggetti affetti vede una riduzione dei tic durante l’adolescenza e una relativa scomparsa con l’età adulta) lascia un segno indelebile nella persona. Ho visto con i miei occhi i problemi che ha avuto questo amico nell’inserimento a scuola (aveva grosse difficoltà a stare in classe dovute in gran parte ai tic vocali) e nelle relazioni con le persone che lo conoscono poco e non sono abituate a vedere movimenti del genere, e infine alle difficoltà cui andrà in contro nel mondo del lavoro se la patologia non cesserà.

Dal punto di vista clinico si parla di tutta una serie di problemi correlati alla patologia quali disturbi del sonno, ansietà, depressione, iperattività, deficit di attenzione fino a più gravi manie ossessivo-compulsive.

Per quanto riguarda la terapia classica questa è la farmacologia (ovviamente solo nei casi più seri), ma al giorno d’oggi abbiamo un incremento di approcci di tipo non farmacologico come tecniche di rilassamento, massaggi, respirazione, perché è ormai chiara la diretta proporzionalità tra tic e stato nervoso (eccitazione, ansia, rabbia portano ad un aumento di tic). Il problema dei farmaci sono principalmente le controindicazioni (sono tutti farmaci che interagiscono con il sistema nervoso e molti possono provocare sonnolenza, depressione, affaticamento e guadagno di peso) e la progressiva tolleranza al farmaco, tanto che in molti casi si preferisci usare farmaci meno efficaci ma con meno effetti collaterali. I farmaci più utilizzati vanno a interagire con i recettori dopaminergici dei nuclei della base andando presumibilmente ad attivare la “via indiretta” e a deprimere quella “diretta” in modo tale da avere meno afferenze eccitatorie alla corteccia motoria e quindi meno movimenti incontrollati. Negli articoli fa un lungo elenco di farmaci con i rispettivi effetti collaterali e vengono indicati anche i farmaci per le patologie correlate a i tic, nonostante questo i tic nervosi sono ancora una patologia abbastanza sconosciuta al mondo scientifico. Qui sotto riporto due frasi tratte dal primo articolo che ho linkato che ci fanno capire la scarsità di conoscenze del mondo scientifico su questa malattia.

“Despite the prevalence of patients with tics in our practices, there are few guidelines on when to initiate treatment and which treatments to use.”

The etiology of TS (Tourette Syndrome) and tics in general remains unclear. Genetic factors are clearly implicated, although the search for “the gene” has been unrewarding.”

Sembra, infine, che un approccio di tipo non farmacologico possa rivelarsi più vantaggioso, terapie di rilassamento o particolari erbe medicamentose possono rivelarsi forse inefficaci ma oltre ad un possibile effetto placebo hanno sicuramente meno effetti collaterali e sono largamente preferite soprattutto nei casi meno gravi.

domenica 7 marzo 2010

film -------> INVICTUS : recensione e commento


Il primo post di questo mio blog lo dedico ad un film davvero superlativo che in questi giorni è uscito in tutte le sale d'Italia; come si desume dal titolo sto parlando di Invictus, film con Clint Eastwood (regia), Morgan Freeman (impersona Nelson Mandela) e Matt Demon (nella parte di Francois Pienaar, capitano della nazionale sudafricana di rugby). Il film è tratto dal romanzo di John Carling ama il tuo nemico, a sua volta tratto da vicende realmente accadute.

La storia è ambientata in Sudafrica nel periodo della caduta dell'apartheid e dell'insediamento di Nelson Mandela come presidente. Il compito del neo presidente (nobel per la pace nel 1993) è quello di riappacificare la popolazione distruggendo l'odio e i pregiudizi da secoli esistenti tra la popolazione nera e i bianchi afrikaner. Emblema di questa profonda spaccatura è la squadra nazionale di rugby, uno sport praticato e seguito principalmente da bianchi (la maglia verde-oro degli Springboks, il soprannome della squadra, rappresenta la vecchia bandiera dell'apartheid). L'intuizione politica geniale di Mandela sarà quella di non cancellare i colori della squadra, come desiderava la popolazione nera, ma di fare delle vittorie degli Springboks il cemento per la costruzione di uno spirito nazionale unitario: l'appuntamento decisivo fu essere la Coppa del Mondo 1995 ospitata proprio dal Sudafrica. Mandela, nei suoi numerosi incontri col capitano della squadra Francois Pienaar, riesce ad infondere coraggio ad una squadra reduce da numerose sconfitte e a far arrivare alla nazionale anche il sostegno della popolazione nera. Sospinti da un popolo intero, gli Springboks rieuscirono a raggiungere la finale del torneo e a sconfiggere nella partita decisiva i favoritissimi All Blacks neozelandesi. La vittoria sportiva rappresentò la grandezza di questa nuova nazione multicolore (Rainbow Nation) e per la prima volta bianchi e neri festeggiarono insieme come un unico popolo.

Queste vicende di storia contemporanea sono note in tutto il mondo (famossisima è la foto pubblicata in alto), tale che non si va la cinema per la suspense del finale, dato che la trama è risaputa, quanto per le emozioni che riesce a trasmettere una delle più belle favole della storia recente. Questo nuovo film di Clint Eastwood, supera di gran lunga i due precedenti capolavori (mi riferisco a Million Dollar Baby e Gran Torino) dell'ex pistolero di Sergio Leone, dimostrando di essere un regista di eccezionale valore. La principale grandezza sta nel fatto che Eastwood riesce a trasmettere emozioni uniche senza mai essere troppo retorico, e senza mai costruire l'agiografia di Mandela. All'opposto, Eastwood traccia una biografia umanissima del presidente, facendone risaltare l'indomabile forza d'animo, attraverso la filastrocca dai cui trae origine il titolo ("I am the master of my fate, I am the captain of my soul"), ma al contempo descrive un uomo fragile, a cui mancano gli affetti familiari, che soffre per la lontananza della figlia. Quello di puntare sugli Springboks fu un grosso azzardo politico e soprattutto sportivo (i sudafricani non erano certamente i favoriti) ma che venne ampiamente ripagato: da un stato sull'orlo della guerra civile, da una nazione dilaniata dall'odio interetnico, si passò ad uno stato in cui bianchi e neri vivevano accanto con reciproco rispetto. La grandezza del film sta proprio in questa progressiva sconfitta dell'odio, rappresentata non attraverso discorsi retorici, né con piani studiati a tavolino da burocratici, ma bensì attraverso la passione sportiva che riunisce bianchi e neri sotto la nuova bandiera sudafricana. Eastwood riesce benissimo a rappresentare un sentimento comune di passione che si radica nei protagonisti, ma anche in tutti i personaggi secondari (emblematica il rapporto tra guardie del corpo nere e afrikaners) nascendo dal basso, dal profondo del cuore di ogni sudafricano e trasmettendo quindi allo spettatore valori importanti e sentimenti catartici. Questa capacità di emozionare e di parlare all'animo dello spettatore in maniera assolutamente naturale è la grande forza del film e dei suoi interpreti. Le cose negative: c'è scarsa somiglianza tra Matt Damon e Francois Pienaar, l'attore è 20cm più basso, e hollywoodianamente troppo bello rispetto ad un Pienaar stempiato sulla fronte; infine la scena del falso attentato aereo ricorda un po' troppo l'11 settembre, non riesce a creare suspense perché sappiamo come andrà realmente la storia: rappresenta la classica "americanata" inutile in un film davvero eccezionale. 4.5 su 5